
Ormai lo dicono tutti e da parecchio che la disoccupazione è il problema più grave della economia e della società italiana. Dal già orrendo 12% del presente arriverà, si prevede, al 13% quest’anno, come risultato di spinte di lungo periodo al declino tipiche del nostro paese, della congiuntura pallida mondiale, delle conseguenze delle misure adottate specialmente dal governo Monti sul livello della domanda interna, della colpevole influenza sul governo Letta del redivivo (grazie a Renzi e Napolitano) Berlusconi nell’imporre la cancellazione dell’ Imu. In altri tempi e in altri luoghi, ma ancora oggi, la disoccupazione giovanile ai livelli italiani induce primavere arabe e rivolte religiose. Qui non è successo finora grazie all’ammortizzatore famiglia, che però è una diga in cui già si vedono pericolose falle, per il cedimento della occupazione dei capifamiglia e del pauroso crescere della disoccupazione di lungo periodo. Ormai l’unanimità è anche totale sulla necessità di rilanciare la domanda interna, ora che si è visto che nemmeno le tanto ammirate esportazioni italiane hanno più tanto fiato in corpo.
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