
L’intervento del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco al Forex dell’8 febbraio u.s. affronta essenzialmente le tematiche di ordine finanziario e del sistema bancario in una crisi, come è noto, di particolare rilevanza e complessità per lo sviluppo economico e sociale di molti paesi e nel corso della quale la componete finanziaria è apparsa sovente sotto accusa. Questo è, ovviamente, il tema centrale dell’intervento del Governatore, e tuttavia deve essere rilevata la presenza di una attenzione su una questione non nuova negli interventi di Visco, che in questa occasione sembra abbia assunto un rilievo maggiore e maggiormente elaborato rispetto ai precedenti. La questione è quella dell’economia reale e, in particolare, delle difficoltà del nostro Paese di misurarsi nel confronto internazionale in materia di competitività tecnologica:
“Nell’insieme la ripresa appare ancora debole e incerta. Ogni sforzo sul piano nazionale e su quello europeo, va indirizzato a sollevare la domanda favorendo, in una visione condivisa di più chiare prospettive future, la creazione di nuove opportunità di lavoro, l’accumulazione di capitale, un’innovazione volta a ottenere guadagno di produttività da trasferire sui redditi.”
Nel caso del nostro Paese, in particolare, “la ripresa non si è estesa a tutti i settori produttivi, né all’intero territorio nazionale; il miglioramento ha riguardato soprattutto le aziende di dimensione maggiore localizzate al Centro-Nord e che realizzano all’estero una quota rilevante delle proprie vendite. La capacità di innovare i prodotti e i processi produttivi, di competere con successo sui mercati nazionali e internazionali, di raggiungere quelli più dinamici, demarca la linea di confine tra le imprese che continuano a espandere il fatturato e l’occupazione e quelle che invece faticano a rimanere sul mercato.” Ma nel complesso, ricorda il Governatore ” nell’ultimo triennio si stima che la produttività totale dei fattori in Italia abbia recuperato la contrazione del 2009, a fronte di incrementi dell’1,5 per cento in Francia e di circa il 5 per cento in Germania “¦.”.
Per la nostra ripresa, dunque, “si tratta si un sentiero stretto” in quanto “l’Italia risponde in misura insufficiente alla fida dell’innovazione tecnologica e della globalizzazione dei mercati. Non è possibile individuare la soluzione nel mero sostegno finanziario ai settori in crisi. Il recupero di competitività potrà essere ottenuto solo con un strategia di riforma articolata e coerente, a cui contribuiscano il settore pubblico, le imprese, il sistema finanziario”.
Non è la prima volta che il Governatore Visco sollecita una attenzione verso il tema della competitività tecnologica e sulle connesse difficoltà in questo campo del sistema delle imprese italiane, esprimendo nel contempo una critica verso presunti correttivi di natura esclusivamente finanziari, tipo “incentivi”, che l’esperienza (e il ragionamento, aggiungiamo noi) hanno dimostrato essere scarsamente efficaci.
L’alternativa indicata dal Governatore – consistente in una strategia cui partecipino il settore pubblico, le imprese, il settore finanziario – sembra richiamare i modelli dei Sistemi Nazionali dell’Innovazione in funzione dei paesi avanzati. Se dunque occorre mobilitare tutti questi attori – dalle Università agli Enti di ricerca nazionali, dalle imprese singole e/o associate, agli specifici strumenti finanziari – quello che mancherebbe nel caso italiano sarebbe la decisione politica di realizzare una politica industriale moderna. Una politica industriale che dopo alcuni decenni di accurata distruzione, non sarà facile ricostruire. Il primo segnale, dunque, dovrebbe venire dal Governo e poiché sembrano tutti impegnati nel rilancio dello sviluppo del paese, nel cambio di passo, nel superamento dei ritardi, nuovo programma e nuova squadra, ecc., ecc., un richiamo così autorevole come quello che viene dal Governatore della Banca d’Italia in materia di politica tecnologica dovrebbe avere un seguito in alcune iniziali ma ben visibili e coerenti decisioni.
Inutile negare che esiste in questa attesa una certa dose si scetticismo poiché la situazione denunciata del Governatore non è una novità ma è nota ed è stata evidenziata da svariati lustri, con esiti, tuttavia, a tutt’oggi del tutto negativi nel senso che il non provvedere o sbagliare gli interventi non significa solo un rinvio ma conduce ad accentuare le forze del declino.
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