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E’ facile osservare – afferma Paolo Leon – come il termine “riformismo” sia usato da chiunque, a destra o a sinistra dello schieramento politico. Come spesso accade, il nome copre qualcosa che non si è in grado di esprimere, o che si teme di esprimere, o che può mutare a seconda delle circostanze. Si tratta, quasi sempre, di una fuga dalla responsabilità di dichiarare cosa effettivamente si vuol fare. Il riformista, così, è attento a descrivere cosa cambierebbe in ciò che esiste, e la genericità del termine gli fornisce ampia libertà di muoversi da posizioni moderate fino a posizioni ultraconservatrici (leggi tutto…).
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