LA REPUBBLICA: L’AMACA
di Michele Serra
Il borghese Sylos Labini, esattamente come il borghese Montanelli e come il borghese Galante
Garrone, se ne è andato da questo strano paese in fama di irriducibile oppositore, di uomo-contro,
perfino di “estremista”. E’ un destino che quasi sbalordisce, se si considera che le persone
sopraccitate erano, in termini ideologici, dei riformisti, e Montanelli neppure quello: fu un
conservatore liberale. Erano però borghesi nel senso, antico e dimenticato, dello stile e dei
comportamenti, e bastava questo a farne, rispetto al nuovo potere italiano, degli assoluti alieni. Gli
ultimi anni di Sylos Labini aiutano a capire quanto l’avventura berlusconiana abbia sfasciato nel
profondo l’etica e la cultura del nostro paese, fino a trasformare austeri professori in irriducibili,
spesso furenti accusatori del governo. E’ capitato anche al democristiano Scalfaro, e a molte delle
personalità maggiormente legate allo spirito repubblicano e costituzionale, ritrovarsi in un
estremo lembo di indignazione, e spesso di solitudine, tacciati di vecchi petulanti, di irosi
vegliardi. Non sorprende che questo potere detesti, più di ogni altro, perfino più dei “comunisti”,
quel residuo pezzo di coscienza borghese che non ha mai maledetto il profitto, ma i profittatori sì.
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