
di Gustavo Piga
Dall’esperienza dei Paesi europei che negli ultimi tre anni hanno cercato di uscire dalla crisi tagliando il debito e ricominciando a crescere, si impara una lezione molto chiara. L’Irlanda, che ha corretto i conti soprattutto riducendo le spese, ha ricominciato a crescere: la stima per quest’anno è un aumento del prodotto pari all’1,3%. L’Italia invece si è limitata ad aumentare la pressione fiscale senza far nulla per ridurre le spese delle amministrazioni pubbliche, che anzi continuano a crescere.
Da Alesina e Giavazzi, ieri sul Corriere della Sera. L’insuperabile tabù dell’Italia.
Interessante. L’Irlanda.
Andiamola a vedere, l’Irlanda.
Che cresce (si fa per dire) dello 0,7% nel 2012. Ben poca roba, pare proprio un “non” modello, ma comunque ben più dell’Italia.
Vediamo allora perché cresce. Per i consumi privati? Oh no, come in Italia crollano, dell’1,8%.
Ohibò che strano. Beh allora crescerà perché gli imprenditori fanno più investimenti privati. Oh no, crollano del 2%.
Ohibò che strano. Ma allora Alesina e Giavazzi sbagliano quando dicono che c’è meno spesa pubblica? Sarà la spesa pubblica ad aver salvato l’Irlanda? No, A&G hanno ragione, anche gli irlandesi usano stupidamente la politica economica (in fondo fanno parte dell’area euro): la domanda di beni, servizi e lavori pubblici è scesa del 3,6%.
Insomma la domanda interna è scesa del 2,3% generando disoccupazione e minor PIL. Bella performance! Altro che effetto positivo delle minori spese pubbliche!
Mi direte, ohibò, ma allora cosa è che fa sì che l’Irlanda cresca? Avete indovinato: ciò che in mano all’Irlanda non è, ovvero la domanda da parte del resto del mondo. L’export irlandese complessivamente cresce del 2,6%. Esattamente come in Italia, sono, siamo, “salvati” dall’export, non dalla minore spesa pubblica, il cui andamento anzi ci mette tutti in grave difficoltà.
Ma allora perché noi crolliamo mentre l’Irlanda resiste? Una differenza con l’Italia c’è. Quando il resto del mondo tira, l’Irlanda sale molto di più di noi. Perché il suo export supera “¦ il 100% del PIL. E’ una piccola economia aperta il cui destino è totalmente nelle mani altrui. La domanda interna in Italia è ben più rilevante per l’andamento dell’economia ed ecco spiegato perché soffriamo così tanto di più per le stesse stupide politiche europee.
(detto questo, abbiamo anche la fortuna che se il mondo va male – e se facciamo politiche intelligenti – siamo meno esposti (anche se sempre molto esposti) dell’Irlanda a crisi economiche).
Il destino italiano e dell’Europa tutta, invece, è nelle nostre mani. E avere rinunciato a gestire il proprio destino è il crimine più grande di questi anni scellerati.
La responsabilità ?
E’ duplice. E’ di tutti quegli stregoni, politici, europei e non, ed accademici, che ci hanno inculcato i loro tabù. Ed è nostra che non abbiamo il coraggio di unirci per sbarazzarci dei tabù mandando a casa tutti gli stregoni.
(13 luglio 2013)
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