
Ci lascia oggi Luigi Pasinetti (1930), economista tra i più innovatori tra quanti hanno avanzato importanti critiche alla teoria neoclassica mettendo in discussione i principi di equilibrio economico su cui è fondata. Conseguita la laurea all’Università del Sacro Cuore di Milano, aveva proseguito gli studi recandosi ad Harvard negli Stati Uniti e successivamente a Cambridge nel Regno Unito, dove sarebbe venuto a contatto con i maggiori esponenti della scuola post-keynesiana. Nella sua lunga e prolifica attività di studioso grande spazio ha occupato l’analisi dello sviluppo delle economie industriali, dove è centrale il ruolo svolto dal progresso tecnico e dal cambiamento della struttura del sistema economico che ad esso si accompagna. Accanto alla riflessione teorica forte è stata sempre l’attenzione dedicata allo sviluppo culturale e disciplinare della scienza economica, spaziando dal dibattito tra scuole, al sostegno per la libertà del pensiero economico – in opposizione all’imporsi del “mainstream” neoclassico (e per la quale aderì al Manifesto per la libertà del pensiero economico promosso dall’Associazione Paolo Sylos Labini nel 2010), per finire con una dura critica ai criteri applicati alla valutazione della ricerca accademica in ambito economico, che “vincolano” di fatto la produzione scientifica e consolidano così sempre più il dettame del mainstream neoclassico.
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