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C’è un filo rosso che lega il risveglio del dibattito economico a sinistra dopo lo scoppio della crisi del 2007-2008. Tre le caratteristiche principali di questo dibattito: 1. Il riconoscimento del neoliberismo come radice teorica e responsabile della crisi; 2. la critica della terza via alla Blair, alla Schroeder e della sinistra italiana; 3. Il tentativo di rivalutare il ruolo dello Stato, del welfare e della solidarietà  e fare una riflessione critica sulla turbofinanza. Su tutti e tre i punti stanno nascendo una miriade di iniziative, fatte più di passione che di calcolo politico: una di queste è il “Manifesto per la libertà  del pensiero economico“, lanciato dall’Associazione Paolo Sylos Labini che ha raccolto 700 firme, segue e in qualche modo trova sintonia, la “Lettera degli economisti” di Emiliano Brancaccio e Riccardo Realfonzo. C’è un grande movimento che ha trovato una prima sintesi politica nel convegno organizzato da “Le nuove ragioni del socialismo” e da “Mondoperaio”, dove si è fatta critica e autocritica nel segno di una riflessione comune. Pubblichiamo un articolo di Lanfranco Turci su “Le nuove ragioni del socialismo” che fa un bilancio di quell’interessante seminario. 

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