La presidenza del Cantiere, in conformità con la decisione di sostenere alle primarie i candidati che si fossero dichiarati disposti ad appoggiare pubblicamente alcune idee forza fondamentali (quali i lCodice Etico, un altro modello di sviluppo; un pacifismo senza se e senza ma; un’informazione autonoma dal governo e dai partiti; la laicità dello stato; l’ingresso del Cantiere nell’Unione), ha preso atto con grande soddisfazione, delle dichiarazioni favorevoli a tali punti degli on. Fausto Bertinotti, Alfonso Pecoraro Scanio e di Ivan Scalfarotto ed ha pertanto deciso di sostenere i tre candidati che si sono impegnati a inserire i punti programmatici del Cantiere nel programma dell’Unione. Sulla base di questa decisione la presidenza del Cantiere vi invita a partecipare e a far partecipare la maggior parte dei cittadini alle votazioni di domenica prossima, scegliendo liberamente uno dei tre candidati indicati.La convergenza dei candidati di sinistra su linee programmatiche di tale rilievo,ribadisce a nostro avviso, la necessità di avviare il processo di unificazione di tutte le forze di sinistra a partire già dalle prossime elezioni politiche.
Giulietto Chiesa, Antonello Falomi, Diego Novelli, Achille Occhetto, Paolo Sylos Labini, Elio Veltri
PROPOSTE DEL CANTIERE AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI PRIMARIE DELL’UNIONE
Nelle elezioni primarie, il Cantiere darà indicazione di voto per i candidati che concordano pubblicamente sui seguenti punti, da inserire nel programma dell’Unione.
1. Questione morale – codice etico – legalità
La questione morale è politica e riguarda le istituzioni, i partiti, le organizzazioni sindacali e di categoria, i singoli. Essa non può essere né confusa né assimilata ad una questione giudiziaria e penale, della quale si deve occupare, nella sua autonomia, la magistratura.
Dilatazione dei costi della politica, violazione delle regole del mercato e commistione tra politica e affari, scarsa trasparenza e moltiplicazione dei conflitti di interesse, evasione fiscale incontenibile, omologazione dell’informazione e accesso alla televisione di una ristretta cerchia di dirigenti di partito, migrazioni da una coalizione all’altra, minano dalle fondamenta il tessuto democratico del paese e corrompono la democrazia.
Per questo chiediamo innanzitutto l’abrogazione delle leggi ad personam e contra personam del governo Berlusconi (falso in bilancio, Cirami,Salva-Previti,Ordinamento giudiziario).
Chiediamo un impegno per:
1. Cessazione di ogni forma di occupazione dello Stato e delle pubbliche amministrazioni da parte dei partiti;
2. Radicale revisione della legislazione sulle nomine abbandonando la logica dello spoyl system e ripristinando la selezione attraverso seri concorsi pubblici;
3. Spezzare l’intreccio tra politica e affari considerando politicamente, moralmente e giuridicamente inaccettabile la utilizzazione della pubblica amministrazione da parte dei partiti in contrasto con i principi di imparzialità e buon andamento previsti dall’articolo 97 della Costituzione;
4. La netta separazione tra politica e affari e una denuncia esplicita della tendenza a formare blocchi politici in difesa di contendenti nelle varie scalate speculative finanziarie, entrando così direttamente nel gioco del mercato e della libera concorrenza togliendo alla politica stessa la sua funzione regolatrice generale, al di sopra degli interessi economici e corporativi in campo;
5. Il contenimento drastico dei costi della politica nelle istituzioni nazionali, regionali, locali e nelle società ed enti a partecipazione pubblica;
6. La lotta convinta al trasformismo: dimissioni dalla carica di chi passa da una coalizione all’altra e divieto di candidature nelle assemblee elettive e di nomina negli enti, almeno per tre anni, dal momento del passaggio;
7. L’approvazione delle proposte contenute nel codice etico del Cantiere, consegnato a Prodi nel 2004: nomina di un Collegio di garanti i quali garantiscono il rispetto di regole riguardanti la sospensione dagli incarichi di persone condannate in primo grado per reati gravi e contro la pubblica amministrazione; l’esclusione dalla politica di persone con immagine pubblica scarsamente trasparente, di persone condannate con sentenza definitiva o che abbiano patteggiato la pena; la rimozione dei conflitti di interesse e le incompatibilità;
8. La istituzione di una autorità anticorruzione indipendente dal governo e dai partiti e la regolamentazione delle lobby;
9. ì) L’approvazione di una legge sulla responsabilità giuridica dei partiti, la certificazione dei bilanci degli stessi in base alle norme del Codice Civile e il controllo effettivo delle spese elettorali dei candidati.
2. Un altro modello di sviluppo La crisi profonda che sta sconvolgendo il centro-destra in questo finale di legislatura segna il capolinea di qualcosa che va oltre le leggi ad personam, la legalizzazione della illegalità.
Con il fallimento del berlusconismo fallisce anche l’ispirazione neo-liberista che ne era a fondamento.
E’ caduta l’idea di fondo che per un futuro di sviluppo senza crisi sarebbe stato sufficiente ridimensionare il ruolo e il peso dell’intervento pubblico nell’economia, restringere al minimo lo spazio dello Stato sociale, rompere ogni tutela del mondo del lavoro.
Per questo il Governo dell’Unione deve dare un segno tangibile di rottura con questa politica bloccando l’impoverimento di milioni di cittadini attraverso un meccanismo di adeguamento di pensioni e retribuzioni al costo reale della vita e cancellando le leggi bandiera che l’hanno incarnata: la legge 30 sul lavoro, la legge Moratti sulla Scuola e la legge Bossi-Fini sui migranti, la riforma fiscale di Tremonti.
Va affermata l’idea di un nuovo modello di sviluppo.
Le vecchie ricette del centro-sinistra di un mercato libero di allocare le risorse e di un intervento pubblico ancillare per attenuare le disuguaglianze che si producono,non sono più proponibili.
Occorre una profonda riforma del mercato che veda un ruolo attivo dello Stato nella economia con il rilancio del sistema industriale basato sulla ricerca, sulla formazione e sui distretti e che assuma come vincoli interni allo sviluppo i beni comuni (acqua, energia e territorio), i diritti sociali e di cittadinanza, una nuova qualità dello stato sociale, un sistema fiscale fortemente progressivo e che colpisca rendite finanziarie e guadagni speculativi. 3. Pace -Guerra- Natura
Chiediamo un impegno chiaro per la non violenza, per un pacifismo senza se e senza ma. La guerra è un male assoluto, come tale inaccettabile. Non può essere una continuazione della politica con altri mezzi.
Tutte le armi di sterminio di massa devono essere bandite. Per questo occorre un impegno pubblico dei candidati.
Ma riteniamo anche che evitare la guerra significa mettere all’ordine del giorno il tema di un nuovo modello di sviluppo e di vita. Bisogna dire la verità ai cittadini. Senza un nuovo modo di produrre e consumare non sarà possibile preservare la pace. L’attuale sviluppo, basato sullo spreco immane e diseguale di risorse, conduce alla guerra tra gli uomini e i popoli, ma si realizza già come una guerra a tutto campo contro la natura.
In ogni caso i lavoratori di ogni paese sono coloro che pagano e pagheranno le conseguenze.
Il ritiro dall’Irak dev’essere immediato.
Il ruolo dell’Europa deve essere di pace. Perché possa esserlo occorre un’Europa che guardi ai problemi del mondo in modo non subalterno a quello delle Amministrazioni degli Stati Uniti, un’Europa che promuova il rispetto delle diversità e delle pluralità del mondo contemporaneo. Un’Europa che tratti con tutti invece che minacciare. Kyoto, il Tribunale Penale Internazionale, il trattato di non proliferazione, un’ipotesi di solidarietà internazionale al posto di quella di un mercato selvaggio regolato dalla prevaricazione dei più forti contro i più deboli. 4. TV e informazione
Il servizio pubblico radio-televisivo deve essere difeso e rafforzato. La legge Gasparri deve essere abrogata. Si deve affermare il principio che il sistema d’informazione è bene pubblico primario e, pertanto, non può essere sottratto al controllo democratico della società civile, nè può essere di esclusiva competenza dei partiti e della classe politica.
I meccanismi di nomina del CdA della Rai debbono corrispondere a questi principi, seguendo la via maestra individuata dal progetto di riforma del sistema radiotelevisivo spagnolo di Zapatero.
Si deve dunque sottrarre alla Commissione Parlamentare di vigilanza l’attuale competenza esclusiva nella nomina dei Consiglio di Amministrazione della RAI, estendendo al tempo stesso la sua competenza anche alla vigilanza sul sistema radiotelevisivo privato.
Un’apposita Autorità indipendente, in cui siano rappresentati, alla pari con i membri di nomina parlamentare, gli utenti e gli operatori della cultura, spettacolo, giornalismo, dei sindacati dei lavoratori, deve vigilare sul pluralismo e sui programmi sia della Rai che delle Tv commerciali.
Occorre una legge che cancelli alla radice il conflitto d’interessi e contenga il divieto di funzioni pubbliche di governo a ogni livello per tutti coloro che sono proprietari, anche per interposta persona, di radio o televisioni.5. Laicità dello Stato e diritti civili
Difesa intransigente della laicità dello Stato e delle conquiste civili acquisite dal movimento delle donne nel nostro paese.
Approvazione dei Pacs ed eliminazione delle discriminazioni basate sulle opzioni sessuali e sull’identità di genere delle persone.
Riequilibrio della rappresentanza tra uomini e donne al fine di garantire una loro presenza paritaria nella vita politica e sociale.6. Ingresso nell’Unione
Chiediamo l’ingresso del Cantiere, a pieno titolo, nell’Unione, con l’obiettivo di partecipare alla scrittura del programma e di farne una coalizione di partiti e movimenti.
Roma, sabato 1 Ottobre 2005.
Giulietto Chiesa, Antonello Falomi, Paolo Sylos Labini, Diego Novelli, Achille Occhetto, Elio Veltri.
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