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di Aldo Giannuli, il Fatto

Caro Grillo, caro Casaleggio,

mi sembra che la situazione stia avendo evoluzioni molto interessanti ed il M5s abbia a portata di mano la possibilità  di ottenere tre risultati mica da poco: porre fine all’osceno governo delle larghe intese (in particolare, rimuovendo Alfano dal Ministero dell’Interno),  bloccare la riforma del 138 e togliere di mezzo il Porcellum. E’ il caso di dirlo: un terno secco! Come fare? Allearsi con il Pd? No, non è quello che penso.

Il M5s deve restare alternativo anche al Pd, con il quale occorrerà  fare i conti subito dopo che ci saremo tolti definitivamente dai piedi il Cavaliere e la sua ciurma di Cosca Italia. D’altra parte, sulla politica economica, sulla politica estera, su questioni come la Tav o gli F35 ecc. non mi pare che ci siano le condizioni minime per una intesa di governo. E dunque, non si tratta di fare un patto di legislatura o (peggio!) entrare al governo con il Pd. Molto semplicemente si tratta di fare questo: offrire al Pd la possibilità  di mantenere un governo per sei mesi e poi votare, a due condizioni precise:

1. il blocco della riforma del 138 (che, oltretutto, non avrebbe senso nello  spezzone di legislatura restante) e del connesso tema della “riforma della giustizia”;

2. l’intesa su una legge elettorale di impianto proporzionale, al massimo con un  limitato premio di maggioranza  (30-40 seggi alla Camera) : niente pasticci alla Violante, doppi turni, voti trasferibili, soglie di sbarramento  e imbrogli vari.

Questa non è una alleanza perché alleanza è un concetto molto più ampio, implica una piattaforma condivisa e molto articolata, che richiede necessariamente tempo, e piena e reciproca lealtà  per tutta la durata del patto .

Qui si tratta di fare solo un accordo provvisorio e parziale per ottenere  una legge elettorale più decente con cui andare a votare. E di accordi limitati, il M5s sta iniziando a farne, come nel caso dell’elezione di Fico, come per bloccare la discussione sulla deroga al 138, offrendo a Letta di cessare l’ostruzionismo in atto (a proposito: molto bene il rinvio della discussione sul 138, un risultato da valorizzare).

Fare accordi non significa vendere l’anima.  Già  se offriste questa disponibilità  in questi giorni, questo rafforzerebbe immediatamente quanti nel Pd premono per la caduta del governo Letta, mettendo sul piatto una alternativa immediatamente praticabile.

Al contrario, se voi rimaneste sulle note posizioni intransigenti, o Pdl e Pd trovano (non so come!) una qualche quadra per andare avanti con Letta (e quindi anche con la riforma del 138) o si va a nuove elezioni ad ottobre, ma necessariamente con il Porcellum. Bel risultato! Cosa direte ai vostri elettori che vi hanno dato il 25% dei consensi? Che non siete riusciti neanche a cambiare la legge elettorale ed avete fatto contare zero i loro voti?

Un accordo del genere non sarebbe affatto un ripiegamento o una mossa difensiva, ma, al contrario, si imporrebbe con forza nella discussione interna al Pd sbattendo tutti di fronte alle proprie responsabilità.

Coraggio, non fate i testoni e passate all’offensiva.

Con simpatia,

Aldo Giannuli

(6 agosto, 2013)

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