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Intervista a Paolo Sylos Labini di Luca Paolazzi tratta da Il sole 24ore del 18 agosto 2005

Professor Sylos, da dove nasce questa difficoltà  della sinistra a fare i conti con il mercato?

Una carenza culturale che riguarda sia la destra che la sinistra è la concezione del mercato, il quale non è una scatola vuota, è invece una struttura giuridica, un insieme di leggi, che debbono essere modificate nel corso del tempo per favorire le innovazioni e lo sviluppo. Anche la critica dell’economia di piano, elaborata da economisti di destra e poi accettata anche da economisti di sinistra, secondo la quale una tale economia non può funzionare perché non è in grado di sostituirsi al mercato per dare origine a un sistema razionale di prezzi, non è soddisfacente. La critica fondamentale sta invece nell’incapacità  d’innovare: il gosplan può pianificare le quantità  da produrre, ma non può promuovere le innovazioni, se non imitando con ritardo quelle attuate dai paesi capitalistici: solo nel settore militare c’era per i manager libertà  di rischiare. Gli esecutori non possono decidere autonomamente e non posso rischiare. Gli imprenditori capitalistici invece possono rischiare innovando: se gli va bene guadagnano, altrimenti perdono. L’istituto del fallimento serve a favorire le innovazioni tecnologiche e organizzative contenendo e quindi rendendo accettabili i rischi e le perdite. Paradossalmente il collettivismo è fallito perché le unità  produttive non potevano fallire; il capitalismo ha vinto perché le unità, le imprese, potevano fallire.

Ma le innovazioni comportano anche riduzioni nell’occupazione e quindi licenziamenti che per la sini­stra a lungo sono stati un tabù.

Sì, ma ora non più. Il problema è di consentire i licenziamenti, ma entro limiti ben definiti per impedire gli abusi. E si tratta anche di limitare il ricorso ai lavoratori precari, che comunque vanno tutelati, ben più di quanto non si faccia ora.

Ci sono comunisti che elogiano il modello cinese, che sta dando risultati eccezionali.

In Cina vige un regime dittatoriale che ha lasciato libertà  alle imprese cinesi e straniere anche per stimolare le inno­vazioni. Ma il modello economico cinese è capitalistico. Del tipo più spietato che fu denunciato da Marx: i lavoratori sono sfruttati come in nessuna altra parte del mondo. E’ carente la tutela per gli infortuni e per il lavoro femminile e minorile. I nostri comunisti che elogiano la Cina, che poi sono brave persone, di quel Paese sanno piuttosto poco. Il modello da seguire è piuttosto quello socialdemocratico, in cui il mercato viene regolato. In quei Paesi, come la Svezia, la miseria è scomparsa da anni. Non è vero che la socialdemocrazia è fallita: ha avuto un successo tale da divenire parte del paesaggio.

Poco fa ha espresso una dura critica di quella parte della sinistra che resta abbagliata dai giochi di potere che hanno come teatro le scalate bancarie.

Si, la questione è di grande rilievo. Le scalate in corso hanno aspetti oscuri e preoccupanti. Il gruppo del “Cantiere” promosse a giugno una Commissione parlamentare d’inchiesta per accertare la provenienza dei grandi mezzi finan­ziari con cui certi immobiliaristi stanno finanziando le scalate; il disegno di legge, presentato da Occhetto e da Falomi, ha raccolto le firme di oltre 80 parlamentari.
Vorrei dire una cosa amichevolmente e accoratamente a Fassino: lasci perdere il dio minore e le cooperative, che tra l’altro godono di vantaggi fiscali solo se si occupano di cooperazione. Tutte le scalate sono collegate, alcuni attori sono gli stessi. Nella catena c’è la Banca di Lodi (ora Popolare italiana), che proviene dalla Banca Rasini, una banca che ha dato origine a gravi preoccupazioni per motivi largamente noti e suffragati da documenti ufficiali. S’informi Fassino e lasci perdere le scalate, si concentri sugli obiettivi per i quali è stato eletto: sviluppo del reddito e dell’occupazione, tutela dei lavoratori precari, riforma e rafforzamento dello stato sociale, lotta all’evasione. Lei lo sa: non sono affatto il solo ci sono per esempio sindacalisti di alto livello che dicono quello che dico io a esortarla di dare un colpo di accetta e separare lei i ds dalla vicenda delle scalate intrecciate. Altrimenti il Paese, anche se cambierà  la maggioranza, rischia di essere governato con le stesse logiche di potere, che ormai appaiono a tutti abominevoli.

pubblicato sul Il sole 24ore 18agosto05

(http://www.democrazialegalita.it/)

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