LIBERTA' di giovedì 8 dicembre 2005 > Interni Esteri
Aveva 85 anni. Studioso delle classi sociali e critico combattivo del berlusconismo
Addio a Sylos Labini, economista indignato
di GIANFRANCO PASQUINO
E'
morto a Roma l'economista Paolo Sylos Labini. Aveva 85 anni. I funerali
si svolgeranno sabato all'interno dell'Università "La Sapienza" dove
Sylos Labini insegnava.
Paolo Sylos Labini non è stato
soltanto un grande economista. E' stato soprattutto un grande
intellettuale dotato di un intensissimo sentimento civico. La sua
scienza economica era ampia, poiché Sylos era interessato ad una
molteplicità di problemi, solida, poiché le sue conoscenze, raffinate
sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti, erano profonde, come è
splendidamente dimostrato nei saggi che gli dedicarono i suoi allievi
in occasione del suo settantesimo compleanno: Istituzioni e mercato
nello sviluppo economico (Laterza 1990), e mai asettica. Per altri,
forse, l'economia poteva essere una «scienza lugubre», come scrisse
Keynes.
Sicuramente per Sylos era una scienza che era doveroso
praticare anche con ottimismo purché razionale, basato sui fatti e
ispirato da una teoria. Insomma, la scienza economica può illuminare le
scelte, spesso difficili, dei governanti, e può migliorare le
condizioni di vita dei cittadini. Naturalmente, le condizioni del
miglioramento della vita economica di un paese dipendono anche dalla
qualità dei governanti, dalla loro integrità prima ancora che dalla
loro competenza, e dai loro obiettivi. Tutt'altro che un marxista
quanto, piuttosto, un seguace del grande economista austriaco Joseph
Schumpeter, Sylos non pensò mai che si dovesse trascurare l'impegno a
migliorare le condizioni dei lavoratori all'interno dei paesi
capitalistici e dei paesi in via di sviluppo. La povertà non era,
secondo lui, un destino ineluttabile. Era, piuttosto, una condizione
prodotta da cattive scelte economiche e da cattive decisioni politiche,
ma anche dalla corruzione e dallo sfruttamento. In argomento, la sua
produzione è vastissima e notissima anche all'estero.
Su Marx
scrisse un pregevole libretto, Carlo Marx: è tempo di un bilancio
(Laterza 1994), ripubblicato di recente, meritata sorte di molti suoi
altri libri. Nella comunità accademica italiana, il suo libro di
maggiore e, in larga misura, inaspettato, successo, fu il frutto di una
incursione di straordinaria intelligenza nel campo della sociologia:
Saggio sulle classi sociali. Pubblicato per la prima volta nel 1974
(Laterza), venne poi rivisto, ampliato, aggiornato (Le classi sociali
negli anni `80, Laterza 1987, 6a ed.). La sua critica della voracità
dei ceti medi italiani, della piccola borghesia, si accompagnava ad
indicazioni operative su come (re)distribuire il reddito in maniera più
equa e più produttiva per tutto il sistema economico.
A Sylos
piaceva viaggiare, incontrare persone nuove, discutere di problemi di
attualità. Lo faceva con grande, straordinaria curiosità e, persino,
con entusiasmo. nonché, qualità nient'affatto diffusa fra gli
economisti, con un sottile senso dell'umorismo. Politicamente era
schierato a sinistra, ma tutt'altro che cieco di fronte agli errori,
che gli parevano spesso imperdonabili, dei dirigenti della sinistra.
Non essendo un opportunista, fu un critico severo e documentato delle
politiche della sinistra, anche del partito al quale fu più vicino, il
Psi, che lo aveva deluso profondamente, prima ancora che con Craxi,
quando ostacolò la fondazione dell'Università di Calabria, da lui
voluta insieme a Beniamino Andreatta. Da ultimo, però, il problema vero
dell'Italia contemporanea, quasi uno scandalo a suo modo di vedere, era
costituito da Berlusconi e dal berlusconismo. Sapeva benissimo che
Berlusconi non è un alieno, ma uno dei prodotti possibili, concreti
della storia d'Italia. E questo lo addolorava ancora di più. Dunque,
partecipò attivamente alla associazione «Libertà e Giustizia», memore
dell'impegno dei fratelli Rosselli e di Ernesto Rossi, contro il
fascismo, impegnandosi in relazioni, elaborazioni, discussioni,
presentazioni di libri. L'ho visto l'ultima volta a Bologna. A
ottantaquattro anni Sylos era ancora combattivo e, qualche volta,
ingenuo, come un ragazzino. Presentò, di fronte ad una platea grande,
simpatetica, affascinata dal suo modo di parlare e dal suo stile, il
suo libro di saggi: Berlusconi e gli anticorpi.
Diario di un
cittadino indignato (Laterza 2003). Indignato e impegnato, eppure
sorridente e, in definitiva, fiducioso nella possibilità di cambiare,
Paolo Sylos Labini ha cercato di rendere noi e l'Italia migliori. Gli
dobbiamo molto.
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